Perché leggere?

Leggere per crescere

Stimolare nei bambini la curiosità e il piacere di leggere è fondamentale.
Abituarli sin da piccolissimi all’ascolto di fiabe e filastrocche e all’esperienza condivisa della lettura ha importantissime ricadute sulla loro personalità a livello relazionale, emotivo, cognitivo, linguistico, sociale e culturale.
«L’ascolto di storie arricchisce il loro mondo di parole e accelera la maturazione intellettuale, senza sottovalutare l’aspetto emotivo» afferma Antonio Damasio, neurologo neuroscienziato e psicologo della University of Southern California.
Con la lettura e l’ascolto condivisi, genitore e bambino entrano in SINTONIA. La lettura diventa così un’opportunità di relazione. Si crea una comunicazione profonda e piacevole dove sperimentare l’affetto, l’amicizia, la complicità, la fiducia. Il piccolo inoltre comincia a ad entrare in contatto con le emozioni più disparate e a sviluppare la fantasia. Il bambino vive tutto questo accompagnato e sostenuto dall’adulto, esplora con l’immaginazione pur restando nell’ambiente protetto creato da e con il genitore.
Spiega il pediatra Tamburlini (1): «Leggere abitualmente ad alta voce può instillare il piacere della lettura motivando così i bambini e le bambine a farlo autonomamente, fino a farne una sana e piacevole ABITUDINE».

 

Perché è importante leggere sin da bambini

 La lettura migliora e accresce la creatività e la curiosità, sviluppa l’immaginazione e le capacità logico-astrattive, potenzia la memoria dei bambini.
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Leggendo, si espande il vocabolario e si migliora la comunicazione, in particolare il lessico e la costruzione sintattica. Quando un adulto racconta fiabe, oltre a mettere in atto un vero e proprio gesto d’amore, favorisce nel bambino lo sviluppo delle abilità pre-linguistiche che costituiscono le basi della capacità di lettura. Si dà loro modo inoltre di acquisire familiarità con il discorso, con i suoni che corrispondono alle parole e con il significato di queste. Storia dopo storia, i piccoli ascoltatori fanno attenzione ai cambiamenti di intonazione usati dal lettore; imparano poi ad associare un concetto ad un’immagine/suono/parola/lettera (processo di simbolizzazione).
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Ampliando il vocabolario e migliorando le capacità espressive dei bambini, si è visto che coloro che leggono hanno migliori risultati a scuola. Si riduce così anche rischio di abbandono scolastico.
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Sul piano cognitivo, la lettura facilita la comprensione di sé e del mondo che circonda il bambino: gli si offre la possibilità di affiancare all’esperienza diretta un altro canale di esplorazione e conoscenza.
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Dal punto di vista sociale e culturale: chi ama la lettura è avvantaggiato sul piano relazionale ed è più accorto nella risoluzione dei problemi. I libri trattano e trasmettono diversi valori (come quello dell’amicizia), favoriscono la comprensione e il passaggio di generazione in generazione di messaggi importanti e tradizioni.
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Cosa non meno importante e già accennata nel paragrafo precedente: leggere aiuta il bambino ad avvicinarsi, indagare e a cominciare a comprendere le sue emozioni.
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Non dimentichiamo infine che leggere rilassa ed ha effetti positivi anche sulla mente. Creare una ritualità, scegliere insieme i libri, ritagliarsi un momento per leggere durante la giornata (l’ideale sarebbe la sera prima di andare a dormire), sarebbero le routines ideali per offrire occasioni di distensione in famiglia.

 

Eppure i numeri …

Abbiamo capito che avvicinare i bambini alla lettura è fondamentale ma i dati al riguardo, raccolti nel nostro Paese, sono piuttosto sconfortanti.
Quasi una famiglia su dieci in Italia non ha un libro in casa (Fonte: ISTAT).

Il 48% dei minori tra i 6 e i 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici (Fonte: Save the Children).
La SIP (Società Italiana Pediatria) ci spiega che: ad essere più propense alla lettura sono le femmine (il 63%) tra i 4 e i 16 anni. Notevoli inoltre le differenze territoriali dei lettori: al Nord sono il 68,7%, al Centro il 63,7% e, al Sud, cala al 44%.
Diversi sono gli elementi che influiscono sulle abitudini di lettura di bambini e ragazzi. I più rilevanti sono: il numero di libri presenti in casa e il comportamento di lettura dei genitori.

Riprendendo ancora le parole del pediatra Tamburlini: «Anche per questo è fondamentale il ruolo delle biblioteche, quelle che hanno apposite sezioni per bambini e ragazzi, che hanno aderito al progetto Nati per Leggere (2) . Esse offrono l’opportunità a bambini e genitori di conoscere tanti libri, prenderli in prestito e, partecipando a letture di gruppo, scoprire la semplicità e la bellezza di questa pratica».

 

Conferme dalla neurofisiologia

Studi scientifici hanno dimostrato come la lettura abbia effetti positivi sul nostro cervello.
Ancora scarsa la ricerca al riguardo ma, negli anni, i medici, gli scienziati e i ricercatori si sono compattati nel dare parere unanime nel dire che la lettura è un’attività che riduce lo stress, stabilizza la frequenza cardiaca, regola la pressione sanguigna, migliori i ricordi e le abilità empatiche, doni longevità al cervello.

Come è possibile tutto questo?
Andiamo a spiegarlo per punti.
 Leggere aumenta le connettività cerebrali. Quando si legge, raddoppiano le connessioni nella corteccia temporale sinistra del cervello che è l’area deputata alla assimilazione della lingua (3) e (4).

 Siamo cassa di risonanza delle emozioni dei personaggi delle storie che leggiamo.
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Secondo uno studio dell’Università di Emory di Atlanta, la lettura aumenta anche l’attività nella regione responsabile dell’attività motoria sensoriale primaria (5).
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Permette la produzione di maggiore materia bianca. Secondo i ricercatori della Carnegie Mellon University, leggere nei bambini potenzia il tessuto cerebrale, aumentando la materia bianca che migliora la comunicazione nel cervello (6).
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Incrementa la memoria. Una ricerca compiuta presso i laboratori dell’Università di Yale attesta che leggere, a differenza di quanto avviene ascoltando passivamente notizie della radio e della televisione, consente un maggiore e migliore lavoro del cervello che ha così la possibilità di  fermarsi maggiormente sulle parole e assimilarle meglio. E’ questo lavoro della mente che permette l’allenamento della memoria (7).
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Accresce l’attenzione. La struttura narrativa dei libri (con un inizio, una parte centrale e una finale)  aiutano il nostro cervello a ragionare in maniera simile.

Concludo riportando le parole del Professor Stefano Vicari (8) « Questi recenti studi scientifici confermano ulteriormente come la lettura e, insieme ad essa, ogni strumento capace di stimolare la conoscenza, il linguaggio e la curiosità del bambino ne rinforza anche l’intelligenza. Ne deriva, quindi, l’importanza per i genitori di adottare, con i propri figli, stili educativi attivi e di promuovere tali attività fin dai primi mesi di vita, evitando di delegare tale ruolo a surrogati più passivi come, ad esempio, la televisione a torto ritenuta fonte di crescita per i bambini».

 

La nostra proposta

In questo mese, come avrete intuito, tratterò l’argomento della lettura. Essa è consigliata sin dalla gestazione, segue il bambino alla nascita, nell’infanzia e via via per tutto il periodo scolastico fino a quando “leggere” non diventerà una vera e propria necessità e routine quotidiana per il  giovane adulto.
Parleremo quindi degli step evolutivi e delle letture consigliate in base all’età. Faremo particolare attenzione ai bambini e ragazzi con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e alle necessità ed interessi della fase adolescenziale. Consiglieremo i genitori e gli educatori che vorranno seguire questo nuovo percorso sugli accorgimenti e le indicazioni bibliografiche da seguire.

In tutto questo bellissimo percorso, non sarò sola. Mi farò accompagnare da un’amica nonché esperta nel campo della lettura “con” il bambino.
Ve la presento brevemente.

Sara è una mediatrice all’arte e alla letteratura per l’infanzia.
Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel corso di Didattica dell’arte.
Successivamente ha affiancato laboratori artistici in scuole e altri centri culturali, con il lavoro di bibliotecaria.
Ha svolto un anno di servizio civile presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna, uno dei centri più importanti a livello nazionale e internazionale di promozione e ricerca sulla letteratura per ragazzi, ed è diventata volontaria del progetto nazionale “Nati per leggere” della provincia di Bologna.
L’anno successivo è stata assistente bibliotecaria e responsabile area ragazzi per due biblioteche della provincia.
Ora lavora ai Musei Civici di Ancona, cercando di creare un dialogo tra opere d’arte e albi illustrati.

 

Dott.ssa Silvia Mimmotti


NOTE:
1 Giorgio Tamburlini, medico, pediatra, esperto di salute pubblica nel campo materno-infantile. Ha svolto e svolge attività di consulente internazionale per Agenzie ONU, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e per ONG. Svolge attività di insegnamento presso Università italiane ed estere. Ha fondato e presiede il Centro per la Salute del Bambino onlus che coordina in Italia i progetti ‘Nati per Leggere' e ‘Nati per la Musica’. 
2 Nati per Leggere: iniziativa culturale e pedagogica, promossa dall’azione congiunta dell’Associazione Italiana Biblioteche, dall’Associazione Culturale Pediatri e dal Centro per la Salute del Bambino. Ne parleremo più specificatamente nei prossimi appuntamenti.
3 Mizunami et al., 2017
4 Batini e Bartolucci, 2016
5 Berns, Blaine, Prietula, & Pye, 2013
6 Keller e Just, 2009
7 Bavishi et al., 2016
8 Stefano Vicari, responsabile della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA:
Batini F., e Bartolucci M. (2016). Chi legge ... ragiona meglio?Abitudini di lettura e funzioni di ragionamento. Ricerche di Pedagogia e Didattica – Journal of Theories and Research in Education 11, 3.
Bavishi A, Slade M.D., Levy B.R. (2016). A chapter a day: Association of book reading with longevity. Social Science & Medicine, Volume 164, September 2016, Pages 44-48.
Berns G. S., Blaine K., Prietula M. J., Pye B. E. (2013). Short- and Long-Term Effects of a Novel on Connectivity in the Brain, 3(6), 590–600. https://doi.org/10.1089/brain.2013.0166.
Keller e Just (2009). “Altering Cortical Connectivity: Remediation-Induced Changes in the White Matter of Poor Readers”. Neuron 64.5 (2009): 624-631.
Merletti, R.V. (1996). Leggere ad alta voce. Milano: Mondadori.
Mizunami M., Matsumoto Y., (2017). Learning and memory. In The Cricket as a Model Organism: Development, Regeneration, and Behavior. https://doi.org/10.1007/978-4-431-56478-2_9.
Ronfani L., Sila A., Malgaroli G., Causa P., Manetti S. (2006). La promozione della lettura ad alta voce in Italia. Valutazione dell’efficacia del progetto Nati per leggere. Quaderni acp, 13(5), 187–194. 
Sannipoli M., (2017). Emergent literacy e lettura condivisa. Leggere senza saper leggere. Form@re - Open Journal per la formazione in rete, ISSN 1825-7321, vol. 17, n. 2, pp. 52-62. DOI: http://dx.doi.org/10.13128/formare-20539. 
Tamburlini G. (2015). Lettura condivisa in famiglia e sviluppo del cervello nel bambino. Medico e Bambino, 8, 2–7.

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